Arrivi, partenze e ritorni




Ci sono tra i vari stili di vita che caratterizzano l’Africa tre in particolare che ho avuto modo di notare in questi cinque, quasi sei, mesi.
Il pole, ovvero il mi dispiace; mi dispiace per il lavoro, per la fatica, per il viaggio che hai appena fatto, per la stanchezza, per la tua salute, per il freddo…
Il pole pole, che significa “pian pianino”, ovvero il non avere mai particolarmente fretta, (a parte quando si viaggia). Il fermarsi per strada e salutare, scambiarsi qualche parola anche quando si è di fretta, fare code interminabili in banca o nei negozi…
E infine l’imprevedibilità di ogni evento.

A inizio Luglio è arrivata a Ikelu Giorgia, amica e collega ostetrica da Genova. Insieme a lei, Benedetta e Michele, un ragazzo volontario, sono partita per Iringa per fare un paio di giorni di Safari al Ruaha National Park. Era sempre stato il mio sogno salire su una jeep e girare per la savana in cerca di elefanti, giraffe, leopardi… e finalmente anche questo sogno si è realizzato.
A Iringa dormiamo da Neema Crafts, un posto ideato da una missione dove ragazzi disabili lavorano in questo progetto da anni; c’è chi lavora al mercatino di oggetti fatti interamente da loro (c’è pure la possibilità di fare un tour nei loro laboratori), c’è chi lavora al ristorante e chi si occupa della guest house. E’ un bel progetto, non solo per l’idea di coinvolgere persone con disabilità che in questo paese fanno ancora molta fatica ad emergere, ma anche perché è davvero un bel posto…e si mangia bene!
(https://www.neemacrafts.com)

L’indomani partiamo per il safari e dopo chilometri di strada asfaltata raggiungiamo un lodge su una collina che sovrasta l’immensa savana. 
Mi è venuta subito alla mente una scena di un libro di Wilbur Smith, letto prima di partire per l’Africa. Già nel libro riuscivo a sentire il rumore del vento tra gli alberi della savana sulla terrazza che la sovrastava, l’immenso verde che a tratti si alzava in colline. Ma solo in quel momento sono riuscita a sentire con tutti i sensi e a percepire quella bellezza che mi circondava. 
… E quell’emozione quando, tutti e quattro ci siamo presi per mano davanti a quell’immensità e in silenzio abbiamo aspettato che il sole tramontasse, che il buio unisse insieme cielo e savana e che le prime stelle apparissero silenziose.

L’indomani partiamo dopo l’alba per il parco e ancora una volta siamo circondati da meraviglia. 
Come quella famiglia di elefanti a pochi metri di distanza; il piccolo che per non perdersi prende tra la proboscide la coda della mamma e gioca con gli amici rotolandosi sulla terra. 
O il cuore e lo scambio di sguardi impauriti ma eccitati quando la jeep si ferma sotto un baobab dove sta dormendo un leopardo dopo aver trascinato sull’albero la sua preda e averla divorata.
O quella giraffa, così vanitosa e bella, e cosciente della sua bellezza che va avanti e indietro per farci ammirare il suo fascino in tutte le sue pose.
O quei ghepardi che ci attraversano la strada, a pochi metri di distanza, sulla via di ritorno a casa.

I colori, i profumi, il vento e la terra secca sulla nostra pelle… e le chiacchiere, i nostri racconti di vita, hanno arricchito quei giorni che mai scorderò.

Tornati a Ikelu introduco Giorgia nel reparto di maternità e cominciamo a lavorare insieme. E’ bello poter condividere questa esperienza con lei ed è ancora più bello rivedere nei suoi occhi quello stupore che avevano riempito i miei... e di cui tuttora sono pieni.

Come ho scritto all’inizio, l’imprevedibilità di ogni evento è un'altra caratteristica dell’Africa.

Come quella volta che stavo lavando i piatti dopo pranzo mentre Giorgia era in reparto. All’improvviso mi arriva una sua chiamata nella quale si sentiva solo a tratti, ma il messaggio era passato chiaramente: dovevo andare in ospedale.
Lascio i piatti così come sono, e arrivo in maternità.
- Marta, questa donna ha appena partorito un bambino, ma pensiamo che ce ne sia ancora un altro. Doveva fare il cesareo, è già pronta, ma il medico è in sala operatoria e sta facendo un altro cesareo. Ho già guardato ma potresti guardare anche tu con l’ecografo?
- Sì, questa è una testa… vedi?
E così, quella mamma, pronta per andare in sala operatoria perché “il bambino è troppo grande e il travaglio si sta allungando troppo”, si trova a partorire con noi due bimbi piccolini.

O come quella mamma, arrivata con l’ambulanza, a 31 settimane, precesarizzata, gemellare e preeclamptica e nel giro di pochi minuti ti trovi in sala operatoria a rianimare un piccolo neonato, per la prima volta. Il tuo cuore che batte a mille mentre le mani stringono quel corpicino fragile e preghi che il suo cuore possa battere come il tuo, e poi sentire quel respiro flebile che si tramuta in pianto e il suo cuore che batte forte.

O come quando la tua amica, dopo una giornata intera di lavoro arriva a casa sfinita e tra le lacrime che non possono essere trattenute cade tra le tue braccia.
- Abbiamo fatto il possibile, ma pian pianino il suo cuore si spegneva…

Questa è l’Africa. Con i suoi colori, le sue emozioni, le sue gioie, la sua musica, i suoi dolori, le sue contraddizioni, i suoi “pole” i suoi “pole pole” …

Scrivo questo ultimo post a Dar Es Salaam. Stanotte avrò il volo che mi riporterà in Italia dove starò un mese. Sono felice di fare questa piccola tappa a casa dove vedrò un po’ di persone tra cui mia sorella che non vedo da Agosto scorso. Sarà bello, come lo è sempre stato. Ma sarà bello anche ritornare nonostante la consapevolezza che alcune cose saranno cambiate e cambieranno. 
Benedetta tornerà in Italia a Settembre e ad Ikelu salirà con me Cristina che continuerà il progetto di Benedetta. Per questo prima della mia partenza abbiamo organizzato una festa con il personale dell’ospedale alla quale hanno partecipato anche due ragazze volontarie, Martina e Giulia che staranno a Ikelu poco più di un mese con Benedetta.
Tra cibo, balli e risate ci siamo salutati ma è bello questa volta poter dire che era davvero solo un arrivederci.


Ristorante di Neema Crafts

Laboratorio di Neema Crafts

Lodge sulla savana





Ruaha National Park






















Che la festa abbia inizio!






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