Semplicità



Ma nel tuo paese ci sono le mucche? - mi chiede un bimbo in swahili al mercato seduto in mezzo al via e vai di gente, cercando di far distinguere la sua voce tra quelle della gente. Avrà 5 o 6 anni.
- Certo! - gli rispondo.
- Allora vengo a prenderne una!
- Ok, andiamo insieme?
- Va bene, andiamo a prendere il bus.

Se dovessero chiedermi cosa caratterizza le mie giornate, cosa le rende speciali e belle, piene e gratificanti, probabilmente risponderei la semplicità

Sono passati poco più di due mesi dal mio arrivo in Tanzania eppure ogni giorno è una scoperta.

I primi di Marzo, Patrizia è tornata in Italia e a Ikelu siamo rimaste io, Benedetta e il dott. Italo. Abbiamo approfittato della prima settimana per girare l’ospedale di Ikelu nei vari reparti, dalla maternità, alla pediatria, al reparto medico e chirurgico… per conoscere meglio non solo questa nuova realtà ma anche per presentarci e farci conoscere.
Dopo questa prima settimana, io e Benedetta abbiamo cominciato il corso di swahili a casa per due settimane; è stato molto interessante e utile, ma adesso il lavoro è ancora tanto!

Prima di Pasqua io e Sr. Neema, l’amministratrice dell’ospedale, siamo dovute scendere di nuovo a Dar Es Salaam per controllare e sistemare i permessi miei e di Benedetta; tra non poco il nostro visto scadrà e per poter rimanere nel paese abbiamo bisogno di un permesso di residenza. L’iter non è breve, e neanche così facile soprattutto perché alcune procedure per ottenere i permessi sono cambiate da poco perciò stiamo tutti affrontando queste cose per la prima volta. Ma pole pole, pian pianino, stiamo portando avanti tutto, cominciando dal mio permesso di lavoro ottenuto finalmente da poco!
Così, ci armiamo di zaino e tanta pazienza e cominciamo il lungo viaggio verso Dar Es Salaam; ancora una volta, ci aspettano circa 11 ore di viaggio. Perciò, dopo una lungo viaggio tra la valle dei Baobab, le montagne del Kitonga, qualche babbuino sul ciglio della strada, le montagne con la “granella” di rocce della regione di Iringa, il parco del Mikumi che ogni volta ci regala la vista di qualche giraffa, zebra, e se siamo fortunati qualche elefante (tutto questo con un sottofondo di musica  africana e qualche telefilm tanzaniano), arriviamo a Mlandizi, dove trascorriamo la notte. Il giorno dopo cominciamo i nostri giri e ne approfittiamo per informarci su qualche strumento utile per l'ospedale e per incontrare e conoscere Don Giuseppe che è arrivato in Tanzania qualche giorno prima di me e lavora presso la Nunziatura Apostolica; è molto bello, e tipico della missione, costruire reti di amicizie.
Approfitto dei giri in città per portare Sr. Neema a mangiare la pizza da Pizza Hut (non male in fin dei conti..!) e facciamo un po’ di scorta di Nutella da portare a Ikelu. Dopo qualche giorno, abbandoniamo il caldo umido di Dar Es Salaam e torniamo in montagna.

Anche quest’anno ho avuto la grazia di festeggiare la Pasqua, e successivamente il mio compleanno, in Africa.  Abbiamo cominciato con la Veglia celebrata in un salone del centro orfani del villaggio affianco a Ikelu, Ilunda. La celebrazione è stata molto simile a quella italiana ma colorata e caratterizzata dalle danze e dai canti tanzaniani e questo l’ha resa molto speciale. Il giorno dopo, un’altra Messa in un altro villaggio a poca distanza da Ikelu, Mtwango dove abbiamo pranzato insieme alle suore Collegine tra le quali vive Sr. Rita, 80enne e siciliana, che si trova in Tanzania da molti anni e ha una una così grande esperienza alle spalle che la rende tuttora una forza! 

Come già detto all’inizio di questo post, le giornate scorrono nella loro semplicità e ricchezza. Il mattino comincia con il morning report, riunione in ospedale con i medici e altro personale dove si discutono alcuni casi clinici e poi… maternità! Fin dall’inizio ho trovato persone molto aperte e volenterose nello spiegarmi come gestiscono il travaglio, il parto e l’assistenza in generale, molto aperti all’ascolto e al confronto. Ultimamente, approfittando della presenza di alcuni studenti di medicina, si sono aperte anche discussioni e confronti. E’ bello poter condividere le proprie conoscenze e non posso nascondere di imparare tanto ogni giorno anche io.
Il pomeriggio, se non piove (siamo ancora nella stagione delle piogge), io e Benni ne approfittiamo per farci due passi in villaggio o tra i campi di grano e di girasole. Ogni giorno incontriamo sempre qualcuno che conosciamo e che si ferma a fare due chiacchiere. Nessuno va di fretta e perciò poco importa cosa stavi facendo o dove stavi andando; si ci ferma e si parla o si riceve un invito a casa dove ci viene presentata la famiglia, offerta una tazza di thé o una soda, frutta o verdura. 
Oppure si va al coro della piccola chiesa del villaggio, e scopri che hanno pure registrato un CD ma che ora hanno bisogno di un video musicale… e quindi vengo ufficialmente assunta come regista del nuovo video musicale del piccolo (grande) coro della parrocchia.
Oppure… si cucina la pizza e la si porta a fare assaggiare ad amici che non hanno mai provato il sapore della pizza italiana fino a quel momento!

Alla prossima!

Kwa heri!!! 




Benedetta con i bimbi del centro orfani di Ilembula

Chiesa di Mtwango dopo la Santa Messa di Pasqua

Il mwalimu di Swahili, Benni e io!

Baobab


Raviolo fritto! Con Claudia e Giovanni a Ilembula



Siku ya kuzaliwa!

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